giovedì 31 maggio 2012

Falling Skies 2: la speranza non muore mai!


  "Non si può separare la pace dalla libertà perché nessuno può essere in pace senza avere la libertà."
(Malcolm X)

 
D'un tratto alzi gli occhi e... 
Ok, sta succedendo davvero, non puoi farci nulla. Ci sei dentro fino al collo.
Sulle prime, guardando le scintillanti navicelle spaziali attraversare l'atmosfera terrestre rimani sgomento e senza parole. Cerchi di mantenere lucidità e integrità, di evitare scene di panico e l'isteria generale facendoti forza con una seppur flebile sensazione di speranza. Pensandoci un attimo, solo l'idea che che un'altra civiltà abbia attraversato lo spazio per approdare su un nuovo mondo (il tuo, nello specifico) dovrebbe darti certezza di essere al cospetto di creature magnifiche e tecnologicamente evolute capaci di ispirare ed insegnare. Cerchi conforto nella conoscenza: ti chiudi in casa e guardi le emittenti di tutto il mondo sintonizzate non-stop sull'evento, il molesto susseguirsi di tavole rotonde dei governanti mondiali che cercano di dare un senso a questo inaspettato contatto.

Poi improvvisamente la crisi: si scopre che queste creature venute da chissà dove non sono perfette come si credeva, bensì delle raccapriccianti locuste a otto zampe, brutte come il peccato che bramano solo morte e l'annientamento della razza umana servendosi perfino di bipodi giganti di metallo armati fino alle ascelle. Ed è lì che la speranza muore, quando vedi il tuo bel pianeta invaso e devastato da urlanti bacarozzi assassini che rapiscono bambini e adolescenti per impiantargli una schifezza organica sulla spina dorsale e mandargli in pappa il cervello assumendone il controllo.    

Allora che fai? Fai le provviste e te la dai a gambe il più in fretta che puoi, ecco cosa.
Incontri un gruppetto di altri disgraziati, ti unisci a loro, spartisci le provviste e cerchi di tirare a campare con i tuoi figli ai quali non sai più che balla raccontare su che fine abbia fatto la loro madre. Tu sai benissimo com'è andata ma cerchi di prendere tempo per evitare di vedere spegnersi definitivamente la speranza negli occhi dei tuoi bambini perchè sai che nessuno può crescere privo di speranza. Nel frattempo passano i giorni, i mesi. Ti nascondi dove puoi assieme agli altri disperati e aspetti. Ascolti e osservi impotente il tuo pianeta cadere un pezzo alla volta, un'esplosione alla volta, un edificio alla volta, un individuo alla volta. Senti gli spari e le urla delle altre persone in superfice fino a che i gemiti e il fragore delle bombe cedono il passo al silenzio più assoluto.

Qualche tempo dopo il gruppetto di disperati si allarga, ti unisci all'esercito che ha preso in custodia qualche centinaio di civili per spostarsi verso un luogo sicuro, ammesso che ne esista uno. Guardi attonito quel che resta del tuo mondo, i corpi privi di vita per le strade e le aberranti istallazioni aliene che si stagliano all'orizzonte fin dove l'occhio ha l'ardire di guardare. Stringi forte le mani dei tuoi ragazzi e cerchi di farti forza. Ti unisci alla resistenza, non ti basta essere uno dei tanti poveracci sballottati da un rifugio ad un altro, vuoi imbracciare un fucile a denti stretti, vuoi combattere con la speranza che il tuo sacrificio possa contribuire a dare una vita migliore ai tuoi figli. E infine quando vedi uno dei casermoni alieni venire giù a colpi di RPG ti accorgi che ne è valsa la pena, che la speranza era ben riposta, che gli invasori possono essere sconfitti davvero.

A questo punto anche il professor Frederic Frankensteen urlerebbe a squarciagola il suo celebre "Si può fareee!" ed è proprio da qui che si dipanano le trame della seconda stagione di Falling Skies prodotta da quel geniaccio di Steven Spielberg in onda da Luglio su Fox. Gli immani sforzi e i numerosi sacrifici dei personaggi della serie ci hanno fatto capire che gli alieni non sono invincibili, che possono morire e che persino le loro stesse armi possono essergli rivolte contro con un pizzico di inventiva. E' quindi tempo di armarsi (anche di coraggio) e organizzare una controffensiva coi fiocchi per spazzare via la minaccia aliena una volta per tutte!

Il video che vi propongo in cima all'articolo è il primo elemento della campagna di lancio di Falling Skies 2 che ho sonorizzato. Le immagini ci mostrano quel poco che è rimasto del nostro pianeta dopo l'invasione dei bacarozzi spaziali, mentre il brano struggente di Vera Lynn come un pianto lontano carico di singulti e di speranza ci accompagna per mano verso un epilogo a sorpresa. Proprio attraverso l'esaltazione della musica ho cercato di arricchire l'atmosfera di vuoto e desolazione descritta dalle immagini, cercando di ricreare un effetto radiolina distorta e a tratti disturbata da rotture ed interferenze.




AGGIORNAMENTO:

Colgo l'occasione per aggiornare il post linkando un recente trailer di Falling Skies 2 andato in onda sui canali Fox solo dopo il lancio dei primi episodi della serie. Anche in questo caso mi sono occupato del sound design. Come potrete ascoltare, oltre al mio apporto sonoro, il video è arricchito delle note cariche di tensione di Zack Hemsey, compositore dell'inconfondibile colonna sonora del film Inception.
Buona visione!

lunedì 14 maggio 2012

Homeland: quando lo spionaggio è d'autore


"Più che una fine della guerra, vogliamo la fine dei principi di tutte le guerre."
(Franklin Delano Roosevelt)


Ci sono eventi nella vita che cambiano profondamente le persone. 
A volte succede tutto molto in fretta, altre volte il cambiamento è lento e graduale.

Penso all'11 Settembre 2001. 

Nonostante siano passati ben 11 anni è ancora una data indimenticabile per tutti.
E' inverosimile come una manciata di ore di follia abbiano cambiato la faccia di una città, ucciso le certezze e le speranze di una nazione, e lasciato sgomento un intero pianeta. Dopo quel giorno tutto è cambiato, tutti siamo cambiati. Anche i mezzi d'informazione, il cinema e la tv sono cambiati di conseguenza diventando l'eco di dolore di questo immane colpo inferto al mondo intero.

Homeland è senza dubbio parte di questa eco. Ho cominciato a guardare questa serie con un pò di scetticismo, lo ammetto: non sono un grande fan del genere spy story, però come al solito i preconcetti hanno lasciato spazio a meraviglia e stupore. Già dopo la fine del primo episodio è scattato il fattore dipendenza che mi ha intrappolato in un vortice per svariati giorni fino alla conclusione di questa serie che non posso non reputare eccezionale.

Eccezionale il cast, tra tutti senza dubbio la bella e brava Claire Danes che grazie alla sua interpretazione può esporre un Golden Globe in più nella sua casetta di New York, e l'imperscrutabile Damian Lewis che si rivela ancora una volta un protagonista con gli attributi.

Eccezionali la trama, dialoghi e colonna sonora (dalle spiccate tinte jazz) che riescono a farci vivere un'esperienza matura e verosimile, complessivamente più cinematografica che televisiva carica di tensione, ricca di colpi di scena e di doppi fondi morali. Detto in poche parole... probabilmente una delle più belle serie tv che siano mai state concepite e scritte negli ultimi anni.

Il video che propongo in allegato è -purtroppo- l'unico elemento della campagna di Homeland di cui ho curato la sonorizzazione, il teaser del finale di stagione. Guardatelo pure con tranquillità: non viene fatto alcun tipo di spoiler sulla trama della serie se non avete ancora vista. E proprio a questo proposito, non so se queste mie poche righe abbiano destato qualche tipo di curiosità ma vi consiglio di rimediare e lasciarvi trasportare come ho fatto io dai torbidi risvolti politici e dagli eventi drammatici di questa magnifica serie tv. Probabilmente ne uscire cambiati.

mercoledì 14 marzo 2012

Un anno fa...

"Buffo fermarsi a riflettere su come la vita possa darci certezza di non avere certezze."
(Carlomix)

Un anno fa, mentre il mondo era occupato in altre faccende, nasceva Carlomix Production.

Un pò per gioco, un pò per scommessa, in data 14 Marzo 2011 alle ore 16:30, il blog emetteva il suo primo timido vagito. Era come avvertire un singolo filo d'erba spuntare nella Foresta Amazzonica, l'equivalente di un suono impercettibile nella vastità e nel caos della Rete. All'inizio era piccolo, scarno e tutto nero: un brutto anatroccolo arruffato nella sua insipida skin di default. Teneva ancora gli occhi ben chiusi e le orecchie tappate, abbacinato e assordato dall'implacabile furia del bolide internettario che viaggia costantemente a pieno regime e macina chilometri al secondo alla velocità della luce. Il suo papà era ancora sprovveduto al tempo, palesemente alle prime armi non aveva dimestichezza con questo genere di cose ma sognava un cucciolo di blog tutto per sè da crescere da tempo. Pian pianino il soldo di cacio cominciava a muovere i suoi primi passetti incerti e a crescere forte a suon di omogeneizzati html, vaccini java e pannolini flash. Dopo i primi mesi di vita vennero a trovarlo gli zii e le zie di Facebook che portarono in regalo dei likes beneauguranti, complimentandosi anche col papà sempre più lusingato dai feedback, i commenti e dai consigli incoraggianti che riceveva.



Ad un anno di distanza si è fatto degli amici. Sa essere simpatico, brillante, conciso, anche se a tratti è nostalgico, prolisso e un pò esistenziale ma i suoi occhi e le sue orecchie funzionano alla perfezione. Ha imparato a creare suoni, mixare suoni, parlare al microfono e persino a cantare canzoni di Natale. Ha imparato a condividere emozioni non solo attraverso i suoni ma anche con astruse immagini di Instagram a dire la sua quotidianamente su Facebook... insomma è diventato un tipo interessante. Oggi la sua skin arruffata di default è solo un ricordo, il suo aspetto è più dignitoso ma soprattutto la sua struttura è robusta.

Oggi Carlomix Production festeggia un anno di vita e più di 1400 visite.
Sinceramente non riesco a non emozionarmi nello scrivere questo post commemorativo, non tanto per la ricorrenza in oggetto, quanto per tutto ciò che questo progetto ha significato per me. La nascita di questo blog è stata una scommessa nonchè piccola chiave di svolta nella mia vita, potrei definirla di fatto come una sorta di flash-sideway (tanto per non perdere mai l'occasione di citare liberamente Lost) dei miei cambiamenti.



Per celebrare il lieto evento oggi propongo come di consueto alcuni dei miei recenti lavori di sound design: due bellissimi trailer provenienti dalla campagna di lancio di Touch, nuova serie evento mondiale in onda dal 20 Marzo su Fox in cui troveremo un maturo ed espressivo Kiefer Sutherland -Martin Bohm- alle prese con il suo figlioletto Jake, autistico e muto ma che riesce a prevedere eventi futuri decodificando schemi matematici universali ricorrenti. Una serie molto interessante e toccante che riesce a stupire ed emozionare soprattutto perchè immerge degli attori storicamente votati all'azione sfrenata (specie se si pensa alle corse contro il tempo e alle sparatorie al cardiopalma di Sutherland in 24) in ruoli inediti e più ragionati. Ma Touch non vuole soltanto stupire, vuole anche far riflettere sui legami e su quella che definiamo "la casualità" degli eventi. Ci racconta di un padre che ama suo figlio alla follia, ci racconta storie di destini incrociati che sfidano i confini e le distanze, e di come quanto la vita nel bene e nel male riesce sempre a sorprenderci con delle questioni di una creatività sorprendente. Consiglio a tutti la visione di questa serie soprattutto perchè riesce a toccare delle corde emozionali molto sottili.

Ho scelto questi due video perchè a mio dire riescono a comunicare al meglio le sfaccettature emotive offerte dalla serie. Il primo dei due propone un'atmosfera sospesa e irreale per cui ho scelto di creare un sound design sensoriale che riuscisse ad enfatizzare il tutto e assecondare anche la scelta musicale firmata Radiohead. Per di più nella sua realizzazione ho volutamente utlizzato dei tappeti sonori costituiti da brusii indistinti e da voci umane campionate. Il secondo trailer invece è di stampo più action-cinematografico per cui ha un ritmo più incalzante ed è composto da suoni molto più aggressivi e definiti.

Mi sembra di aver detto tutto, quindi adesso abbassiamo le luci, lasciamo entrare la torta e accendiamo la prima gloriosa candelina. Tanti auguri Carlomix Production! :)

martedì 21 febbraio 2012

FoxRetro e me ne vanto!

"La memoria è tesoro e custode di tutte le cose"
(Cicerone)

Sono sempre stato attaccato ai ricordi.
Le vecchie foto, i vecchi diari scolastici, i vecchi giocattoli, i vecchi disegni: custodisco ancora tutto gelosamente. Del resto nei momenti di difficoltà è facile lasciarsi scappare un sorriso ripensando ai vecchi tempi e magari riuscire a ritrovare l'allegria in pochi istanti. Ripensare ad un vecchio amico, un vecchio gioco, ad una vecchia promessa, un vecchio bacio, un vecchio amore. Il bello di certi ricordi è che lasciano radici così profonde dentro di noi che basta un pò di concentrazione e un pizzico di immaginazione per poterli rivivere pienamente come e meglio di un film. A quanti di voi sarà capitato di sentire una canzone, magari un sapore o un odore e ritrovarsi improvvisamente catapultati nel passato a rivivere momenti ormai ritenuti sepolti e ossidati dai decenni. Beh, non so voi ma ogni volta che succede continuo a stupirmi ed emozionarmi.

Nel film Un'altra Donna, anche il buon vecchio Woody Allen si interrogava sui ricordi.
"Cos'è un ricordo? Qualcosa che hai o qualcosa che hai perso per sempre?" 
Cavolo, bella domanda Woody! Probabilmente un ricordo è entrambe le cose allo stesso tempo.
Per come la vedo io, i ricordi sono delle scatole riposte in modo disordinato nella soffitta della nostra vita. Alcune sono facili da aprire, altre sono così ben imballate da richiedere forza di volontà per poterne scoprire il contenuto e talvolta scopriamo che non è neppure possibile aprirle da soli. Alcune contengono filastrocche, arcobaleni, ninne nanne e mani materne che ci accarezzano, ci rassicurano e che ci riportano in tempi felici; altre contengono chiodi appuntiti, lame affilate che feriscono e sbuffi di fuliggine che ci annebbia la vista, anche se solo per poco. Ma del resto si sa com'è, non tutti i ricordi sono belli ma fanno comunque parte della nostra vita. Che ci piaccia o no, non possiamo buttare via quelle scatole nere, possiamo soltanto riporle bene in fondo alla nostra soffitta e ricoprirle di scatole piene di bei ricordi in modo da occultarle alla nostra memoria.

Citando Cesare Pavese: "A che serve passare dei giorni se non si ricordano?" Un'ottima analisi, concordo appieno. Ed è proprio su questa citazione e non sulla malinconia che si erge questo post. Infatti parlando di ricordi, come non tirare in ballo il canale televisivo dei ricordi per eccellenza? Ebbene si, oggi propongo per l'ennesima volta dei lavori di sound design realizzati per FoxRetro. Lavori che in un certo senso potrei definire ricordi visto che sono targati Luglio 2010.



Entrambi gli elementi sono stati prodotti dall'area grafica (la Fabbrica dei Sogni) di Fox e il loro compito è quello di descrivere lo spirito e la filosofia di FoxRetro. Nello specifico questi ci raccontano di decadi passate attraverso coloratissime esplosioni di tv dell'epoca colme di oggetti divenuti delle icone inossidabili, veri e propri simboli del tempo. Tra i quattro video complessivi della campagna di FoxRetro ne ho scelti due in particolare: Anni '80 e Anni '90 dato che sono entrambe decadi che ho vissuto e a cui mi sento profondamente legato. Come dicevo, ho preso parte a questo progetto come sound designer e sono molto soddisfatto del risultato anche perchè la lavorazione dal punto di vista audio è stata davvero meticolosa, soprattutto per individuare, creare e miscelare assieme le giuste tipologie di effetti sonori atte a ricreare l'atmosfera di due epoche ormai passate. Per chi fosse interessato a visionare gli altri due video (Anni '60 e Anni '70) linko di seguito la mia pagina Vimeo. Spero gradirete questo breve tuffo nel mare dei ricordi. Come sempre, buona visione!